Fondamentali diritti umani, i diritti sessuali e riproduttivi nel mondo sono essenziali per le donne e per il perseguimento dell’uguaglianza di genere.

In tutto il mondo, così come anche in molte regioni e città d’Italia, centinaia (milioni) di donne e ragazze non hanno autonomia decisionale sul proprio corpo. I diritti sessuali e riproduttivi dovrebbero garantire questa autonomia, ma nonostante questo ancora oggi si combatte per il diritto all’autodeterminazione. Non solo necessario per le donne, ma anche per il perseguimento dell’uguaglianza di genere che porterebbe alla vera libertà di scelta sul proprio corpo e qualsiasi decisione che lo riguardi.
Cosa sono i diritti sessuali e riproduttivi e perché sono necessari
“Ciascuno di noi ha diritto all’autonomia del proprio corpo e dovrebbe quindi avere il potere di fare le proprie scelte e di avere quelle scelte supportate da tutte le persone che ci circondano e dalla società più in generale.”
Queste sono le parole dell’edizione 2021 del Rapporto sullo stato della popolazione del mondo di Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione. Non è un segreto però che ancora oggi per molte donne e ragazze questo diritto venga negato e violato. Molte subiscono discriminazioni e violenze, senza avere il potere di negare o consentire quando si tratta di avere un rapporto sessuale o no, o per la propria salute e benessere in materia di sessualità o maternità.
Ma quindi cosa sono i diritti sessuali e riproduttivi? Sono parte integrante dei diritti umani e ciò significa che gli Stati hanno il dovere e l’obbligo di rispettare, proteggere e soddisfare tutti i diritti relativi alla salute sessuale e riproduttiva delle donne.
Questi diritti devono garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria riproduttiva, come ad esempio all’aborto sicuro e legale, alla contraccezione e all’educazione sessuale; ai beni e strutture sanitarie che dovrebbero essere disponibili, di buona qualità, accessibili fisicamente, economicamente e senza discriminazioni.
Le donne godono solo del 75% dei diritti legali degli uomini
Nonostante alcuni passi avanti e le garanzie costituzionali di uguaglianza di genere, il Rapporto delle Nazioni Unite riporta che in media, le donne di molti paesi del mondo godono solamente del 75% dei diritti legali degli uomini. Ma non è soltanto la tutela e l’assistenza sanitaria per le donne a dover migliorare: per tutte le persone che fanno parte della comunità LGBTQIA+ la sanità è ancora in una fase embrionale. Per molte persone è difficilissimo accedere ai servizi sanitari, i percorsi e tempi di attesa sono molto lunghi o vengono bloccati, in particolare per le persone transgender e non-binary.
Il potere di poter decidere: il mio corpo è veramente mio?
Spesso non si prende in considerazione quell’atteggiamento di sottomissione e accettazione che ci si aspetta, in particolar modo, da donne e ragazze. Anche nei migliori dei casi, non si sentono libere di poter parlare apertamente della loro salute, vita sessuale o di piacere, poiché sotto il peso dello stigma e della vergogna. L’autonomia e l’autodeterminazione stanno alla base della vera giustizia sessuale e riproduttiva nel mondo. Valori necessari, inoltre, del piacere sessuale: una persona che ha il controllo sul proprio corpo ha di conseguenza maggiori probabilità di avere il controllo anche in altre sfere della sua vita.
Ma come si misura il potere di poter scegliere? Lo sguardo, dall’ultimo Rapporto delle Nazioni Unite, si è spostato non solo sull’accessibilità ai servizi e sanità, ma anche sulle possibilità che hanno le donne di scegliere. Per avere questo dato, e permettere a tuttə di raggiungere i pieni diritti sessuali e riproduttivi (tra gli Obiettivi dell’Agenda 2030), le Nazioni Unite hanno adottato un sistema basato sulle risposte a tre domande:
- Chi prende le decisioni sulla tua salute?
- Chi decide se e quando tu dovresti usare metodi contraccettivi?
- Puoi dire di no a tuo marito/partner se non vuoi avere rapporti sessuali?
Nonostante i dati coprano solo un quarto dei paesi del mondo, i risultati raccolti dal Rapporto sono allarmanti. Solo il 55% delle donne e ragazze hanno l’autonomia in tutte e tre le dimensioni di potere.
Costruire conoscenza ed esigere l’autodeterminazione per la libertà di tuttə
La libertà di poter scegliere per sé stessə e la propria vita; di aver accesso ad una sanità legale e sicura; ad un’educazione in grado di fornire gli strumenti adatti per raggiungere l’autodeterminazione del proprio corpo; molto spesso è ostacolata dalle istituzioni stesse. In Italia ad esempio, 72 ospedali hanno tra l’80% e il 100% di obiettori di coscienza tra ginecologə, personale medico, infermierə e OSS. Nonostante la legge 194 sull’aborto, in molte strutture d’Italia (tra ospedali e consultori) questa legge non viene applicata.
Costruire consapevolezza diventa uno strumento di tutela importante per le donne. Soprattutto quando i diritti vengono negati e violati, o le procedure criminalizzate. Per questo molte campagne ed associazioni pongono come obiettivo quello di fornire sempre di più informazioni libere e aperte a donne e ragazze. Solo in questo modo possono avere la libertà di scegliere e sapere, dove è possibile, ciò che è meglio per loro.
Avere la libertà di controllare le decisioni che riguardano il proprio corpo; il proprio piacere sessuale o la propria vita sociale ed economica; per molte donne purtroppo non è scontato. Rompere le barriere economiche, sociali e istituzionali per raggiungere la parità di genere è un percorso complesso e difficile. Se il progresso in termini di diritti umani è ineluttabile, allora formare reti internazionali e globali, passarsi informazioni e far sì che questa diventi una questione di tuttə, è sempre più necessario.