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A Year in Review: 5 cose da ricordare del 2020

Alcuni eventi dimostrano che siamo sulla strada della parità e della libertà in termini di piacere, salute sessuale e genere.

da Aurelie | 27 Dicembre 2020
Illustrazione di corpi nudi che ballano di Sasha podgurska

Molti hanno chiamato il 2020 il “worst year ever”, ma noi vorremmo ricordarlo per altri motivi. Nel mezzo di pandemie e crisi globali, alcuni eventi e occorrenze hanno colto la nostra attenzione, nutrendo il nostro ottimismo e la nostra voglia di proseguire sulla strada della parità e della libertà in termini di piacere, salute sessuale e genere. Ne abbiamo selezionato cinque.

1 – I vibratori, prodotti essenziali per il benessere quotidiano.

Tra tutto quello che abbiamo imparato da varie esperienze di lockdown, ecco forse una delle più interessanti: gli strumenti di benessere sessuale sono diventati una componente essenziale della vita quotidiana. In un mondo definito da distanziamento e isolamento, moltissimi di noi si sono rivolti ai toys, con un boom di vendite online senza precedenti. L’esperta di storia della sessualità Hallie Lieberman riconosce quanto un clima di ansia generale possa generare un desiderio maggiore di esplorazione sessuale. “I consumatori vogliono sex toys durante una recessione.” E mentre questo fenomeno può essere osservato durante ogni crisi, come quella del 2008, le modalità del “new normal” attuale hanno dato all’autoerotismo un ruolo fondamentale.

2 – Verso la fine della “period poverty”?

La Scozia ha attratto l’attenzione di tutti grazie al tipo di decisione che stavamo aspettando da tempo e che speriamo di vedere diffondersi nel resto del mondo al più presto. Approvata all’unanimità dal Parlamento scozzese, la Period Products Bill prevede che le autorità locali mettano a disposizione di chiunque ne abbia bisogno protezioni igieniche gratuite. La povertà mestruale è un problema globale, accentuato dalla cosiddetta “tampon tax”: in Italia, la maggioranza degli assorbenti viene sottoposta a una tassazione del 22%, come qualsiasi prodotto non riconosciuto come bene di prima necessità. Mentre nel 2019 è stato approvata una riduzione dell’IVA al 5% su assorbenti compostabili e lavabili, c’è ancora molto da fare perché venga esteso a tutti. La period poverty si lega alla period shame, legata all’acquisto di prodotti mestruali e alla vergogna che ancora predomina nel parlare di mestruazioni.

3 – Il femminismo sta diventando più inclusivo.

Il movimento Black Lives Matter ha esposto come nessun altro prima quanto oggi ancora il “white privilege” e la discriminazione definiscano le nostre percezioni ed esperienza di vita. Dalla presa di coscienza globale è nata una nuova forma di allyship, che da alle categorie dominanti un ruolo nel supportare le cause delle popolazioni discriminate. In versione 2020, l’allyship ha rivelato quanto molte aree all’interno stesso dei movimenti attivisti fossero white-centric, a iniziare dalla quarta ondata di femminismo. Nel loro articolo “White supremacy in heels”, le ricercatrici Dreama Gail Moon e Michelle A. Holling dimostrano quanto “il femminismo si sia tradizionalmente incentrato sulle esperienze di donne (bianche)” e come “con l’introduzione del fattore razza oltre a sesso e genere, il femminismo perde il suo carattere progressivo.” Nel nuovo contesto definito da BLM, voci come quelle di Mikki Kendall e Lola Olufemi, autrici di Hood Feminism Feminism Interrupted rispettivamente, stanno annunciando un’evoluzione del femminismo verso intersezionalità e inclusività.

4 – Il porno in versione più responsabile?

Il consenso è stato, e rimane tuttora, una delle battaglie maggiori del femminismo contemporaneo nel mondo post-MeToo. In un articolo pubblicato all’inizio del mese dal New York Times, il giornalista Nicholas Kristof ha denunciato quanto il modello PornHub favorisca la diffusione di molti contenuti che ritraggono minori e di video diffusi senza consenso. L’articolo ha avuto effetti immediati: PornHub ha annunciato una revisione del suo modello, vietando il caricamenti da utenti non-verificati e rimuovendo la possibilità di scaricare video. Inoltre, il sito dovrebbe incrementare le attività di moderazione per filtrare al meglio il contenuto della sua piattaforma.

5 – Una vittoria per i diritti LGBTQIA+.

I diritti delle persone trans negli Stati Uniti hanno subito una serie di attacchi e limitazioni gravi sotto l’amministrazione Trump. Prima ancora che il risultato dell’elezione presidenziale mandasse un forte segnale di speranza al paese e al resto del mondo, la Corte Suprema ha stabilito nel mese di giugno scorso che nessuna persona avrebbe potuto essere licenziata perché gay o transgender. Una decisione presa a maggioranza che avrà un grande impatto per oltre 8 milioni di lavoratori in tutto il paese e annuncia una nuova era per i diritti LGBTQIA+.
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