Canzoni, film, riviste, libri… Da anni, ogni anno, torna il narrativo dell’estate come stagione del sesso. Certo, l’estate è un trionfo di pelle scoperta, di sudore… ma questo risulta davvero nell’esplosione del desiderio sessuale?
A decidere sono sempre gli ormoni.
Più serotonina…
La sessualità umana, lo sappiamo, è definita e travolta dagli ormoni. Tra le numerose variabili, c’è la stagionalità, di cui gli effetti sono innegabili. Come l’estate è diventata la stagione più carnale di tutte? Più sole e condizioni climatiche più favorevoli.
Più sole significa
meno melatonina. Tra gli effetti della melatonina, c’è la regolazione degli ormoni sessuali, con un’effetto d’inibizione. Più esposizione al sole significa anche
più serotonina, che più degli altri è l’ormone legato al sentirsi bene e al ricercare piacere.
… ma meno testosterone?
Sulla testosterone si leggono molte cose. Che sia l’ormone del desiderio sessuale per gli uomini cosi come per le donne è un fatto. Diversi studi dimostrano diverse variazioni stagionali osservate in diverse specie; negli uomini, viene osservata una fluttuazione stagionale. Esistono cicli di testosterone, che raggiunge il livello massimo a fine autunno/inizio inverno per poi
decrescere fino al livello minimo a giugno.
Corpo sano, mente “sporca”?
Più attivi, più vogliosi?
Che sia legato ad un’esigenza di self-improvement, al tempo maggiore a disposizione o all’amore per lo sport, l’estate è la stagione dell’attività fisica. Indipendentemente dalle variazioni stagionali,
l’allenamento incrementa i livelli di testosterone e di conseguenza l’appetito sessuale. (Oltre al fatto che usciamo spesso dalla palestra stanchi, sudati ma felici… grazie endorfine!)
Ode alla pigrizia
L’estate però è anche quella del tempo libero, del rallentare i ritmi e del sopravvivere al caldo esagerato adottando varie strategie. Tra quelle, e per una proporzione non indifferente di persone, c’è proprio l’evitare i contatti fisici troppo ravvicinati e lasciarsi che gli stimoli sessuali rimangano nella sfera della fantasia e dell’immaginazione. Forse ci carichiamo bene per i mesi autunnali e invernali?
Nudità paradossale
Scoprirsi per sentirsi bene?
Gli inviti al sesso sono ovunque d’estate; questo moltiplicarsi di stimoli visivi partecipa a quello che viene chiamato la
“sessualizzazione dell’ambiente”. Primo segnale forte, il modo in cui ci vestiamo, scopriamo, svegliamo agli altri. Nonostante la tirannia del cosiddetto e maledetto “summer body”, indossare meno ci permette spesso di guadagnare una maggiore consapevolezza del proprio corpo, e di rimparare a pore uno sguardo più indulgente su noi stessi. La conseguenza diretta? Un senso di sicurezza che rende la nudità più naturale e facilita gli avvicinamenti.
I rischi della banalizzazione
Tanta nudità, troppa nudità? Alcuni studi hanno dimostrato che
un corpo nudo risulta più affascinante e attraente nei mesi invernali, proprio perché l’esposizione alla pelle nuda è molto minore. D’estate infatti, i nostri sguardi si abituano alla
nudità che viene normalizzata fuori dalla sfera sessuale finché non genera più gli stessi stimoli.
Il giusto compromesso? Più me-time!
Fluttuazioni ormonali contraddittorie, condizioni climatiche ambivalenti, il paradosso della nudità estiva... Come assicurarci di non trascurare la nostra sessualità in un mondo di variabili e incertezze? La risposta la conosci già: masturbazione. Quella non ha un temporalità ed è sempre necessaria, ma vorremmo che l’estate diventi la
stagione del self-love. Tengono lo stesso posto in valigia di un costume da bagno, sono meno rumorosi del tuo spazzolino elettrico e i loro colori sono in pieno nel mood estivo… Gli accessori cult dell’estate?
I nostri vibratori.